“La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni” (Rafael Nadal)
Lo sport è un’attività che coinvolge la persona allenandone e stimolandone le capacità psicofisiche.
Da sempre è stata posta grande attenzione sulla componente fisica dello sport, ovvero sul fatto che per eccellere siano necessarie capacità atletiche, innate o migliorabili attraverso l’allenamento, che permettano di eseguire gesti motori specifici al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato.
Nella pratica sportiva è sempre stata sottovalutata invece la componente mentale, che coinvolge gli aspetti psicologici, sociali, pedagogici e psicofisiologici, aspetti solo recentemente meglio indagati e materia d’interesse della Psicologia dello Sport.
E’ ormai evidente che nello sport, come e forse più che in altre pratiche, sia necessario allenare e gestire la parte mentale così come la parte fisica, affinchè l’esperienza sportiva sia innanzitutto gratificante e fonte di benessere, e permetta poi il raggiungimento di obiettivi personali e di squadra.
Mentre per la componente fisica si è giunti ad un livello altissimo di preparazione, la strada è ancora lunga da percorrere per la parte mentale che coinvolge gli sport e gli sportivi.
Tra le metodiche utlizzate quella del Mental Training sta riscuotendo un notevole successo in quanto permette di esplorare più aspetti e gestire più problematiche che possono insorgere nella pratica sportiva.
Il Mental Training è un efficace insieme di strategie che intende aiutare gli atleti ad acquisire ed a mettere in pratica le abilità psico-fisiologiche utili al miglioramento delle prestazioni in allenamento e in gara.
Tra le tecniche usate troviamo il rilassamento, il goal-setting (ossia la capacità di crearsi obiettivi a breve-medio-lungo termine), lo sviluppo di abilità di immaginazione e visualizzazione, la capacità di gestione dell’energia psico-fisica (arousal), il miglioramento delle abilità attentive e di concentrazione, la gestione dell’ansia e dello stress, la gestione delle emozioni e la motivazione.
Tra i possibili lavori dello Psicologo dello Sport c’è anche la gestione dell’infortunio, esercizi di team-building, corsi di formazione per allenatori, staff, dirigenti, arbitri o genitori, gestione del drop-out (abbandono) sportivo, attività correlate come la sensibilizzazione anti-doping, campagne per incentivare la pratica dello sport.
In Italia oltre 20 milioni di persone dichiarano di praticare uno o più sport con continuità (24,4%) o saltuariamente (9,8%); l’incidenza dei praticanti sulla popolazione di 3 anni e più è pari al 34,3% (dati Istat del 2015).
Un italiano su tre pratica quindi sport: stiamo parlando di un’ampia parte della popolazione.
Questo, associato al rapido evolvere della società, rende sempre più fondamentale l’affronto della pratica sportiva nella sua totalità, affinchè sia vissuta come un’esperienza appagante e portatrice di benessere, capace di creare legami relazionali unici e al contempo far crescere l’individuo, oltre ad allenare a sfide che si presentano poi nella vita quotidiana.
Dott. Luca Marini