La neuropsicologia è una disciplina che studia i rapporti tra cervello e funzioni cognitive. Storicamente nasce intorno al 1860, quando Paul Broca dimostrò che le abilità linguistiche sono fondamentalmente localizzate nell’emisfero sinistro ed in particolare che il giro frontale inferiore sinistro (denominata poi Area di Broca) è cruciale per la produzione del linguaggio.
Nel 1874 Carl Wernicke, dopo aver osservato due pazienti con disturbi del linguaggio e lesioni nel giro temporale superiore sinistro (Area di Wernicke), elaborò la prima teoria sull’organizzazione cerebrale del linguaggio.
Lo studio di casi singoli è stato quindi il primo metodo di indagine scientifica per comprendere la relazione tra mente e cervello, ossia tra funzione cogntiva e base neurale sottostante.
Da allora si sono alternate numerose teorie sul funzionamento cognitivo, talvolta anche in contraddizione tra loro, e numerosi studiosi tra cui medici, psichiatri e psicologi si sono avvicendati nel cercare di comprendere le funzioni del nostro cervello.
In anni più recenti le neuroscienze, con lo sviluppo di tecniche di neuroimmagine in grado di mostrare l’attività cerebrale in vivo, hanno largamente espanso le nostre conoscenze e i nostri orizzonti.
Premessa di base della neuropsicologia rimane quindi che i processi cognitivi siano correlati con il funzionamento di specifici sistemi cerebrali. Un danno a carico di tali sistemi può causare specifici deficit che si manifestano con alterazioni del comportamento.
La figura dello Psicologo esperto in Neuropsicologia si occupa quindi degli effetti dovuti a danni cerebrali provocati da eventi patologici, quali ictus, traumi cranici, neoplasie, processi degenerativi o infezioni.
Attraverso l’osservazione clinica e strumenti di valutazione come test (cartacei o computerizzati), questionari e griglie di osservazione comportamentale, è possibile individuare eventuali deficit e tracciare il profilo cognitivo dei pazienti.
L’analisi del funzionamento neuropsicologico del paziente è quindi cruciale per una successiva riabilitazione, che potrà essere indirizzata verso un singolo dominio cognitivo (memoria, funzioni attentive, linguaggio, funzioni esecutive) o verso più funzioni, sfruttando la capacità ri-organizzativa e la plasticità cerebrale.
Dott. Luca Marini